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592 DELLA CONDIZIONE GIURIDICA

e col rinvigorimento del potere regio e statuale, l'Europa moderna era entrata in una vita nuova, e una netta linea di separazione era stata tracciata fra il passato medioevale e l'avvenire. Le donne in particolare si incamminavano a nuova e assai più vantaggiosa condizione, perchè nella misura in cui sarebbesi scemato nel mondo l'impero della forza materiale, e posto in suo luogo quello delle idee e degli affetti, la dignità e l'importanza loro sia nella famiglia, sia nella società, sarebbesi accresciuta, e questo sarebbe anzi diventato carattere principalissimo della moderna civiltà. Tanto più facilmente potevano le donne profittare dei tempi nuovi, in quanto la loro coltura intellettuale, anche nel Medio-Evo, era, come sopra si vide, superiore a quella degli uomini, di guisa che ancora in sul finire del quindicesimo secolo Erasmo poteva dire: monachi literas nesciunt, femminæ libris indulgente.

Ciò che doveva accadere è accaduto. Dove più, dove meno, e in varie forme, in ogni paese d'Europa dal decimoquinto secolo in poi le donne vennero sempre più allargando l'autorità e l'operosità loro anche fuori della cerchia famigliare, associandosi agli uomini in ogni parte dell'opera dell'incivilimento, sia come vere collaboratrici, sia come fautrici e consigliere. Quando fu più rapido questo progresso, quando più lento; molte e svariate cause perturbatrici lo allentarono, e talvolta anche lo fuorviarono; ma le sue soste e le sue aberrazioni furono passeggiere. Oggi le nazioni civili si propongono per la prima volta il problema di riformare la condizione giuridica delle donne, in modo che la partecipazione di queste all'incremento della civiltà si faccia più diretta ed efficace, ricevendo soccorso dall’opinione non solo, come lo fu quasi esclusivamente finora, ma anche dalle istituzioni. Ma appunto per giudicare rettamente che cosa le donne possano conferma di proprio nell'opera dell'incivilimento, e quali innovazioni si possano saggiamente introdurre nei loro diritti, è di