Pagina:Della consolazione della filosofia.djvu/181

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io non credeva, durato) non una canzone sola, ma due m’è convenuto fornire, senza aver comodità avuta, non dico di rivederle e ammendarle, ma di rileggerle. Pure mi consola che quello che non ho potuto fare io, nè saputo, avranno per avventura fatto o faranno molti altri, de’ quali alcuno per commissione vostra, e molti di loro spontanea volontà si sono a volgarizzare la medesima opera messi; il che non si dee credere che fatto avessero, se forti a tanto peso e più degli altri gagliardi non si fossero sentiti. A’ quali io, se non con lieto animo, certo senza invidia nessuna la lode lascio e il vanto di tale impresa, pregando solo che gli errori da me per qualunque cagione commessi mi siano prima dal benigno giudizio vostro, e poi da tutti gli altri, se alcuno però queste mie fatiche leggerà mai, se non iscusati, almeno perdonati. E qui, pregando Dio che tanta sia la vita e la felicità vostra, quanta è la virtù e la bontà, farò fine.


Umilissimo e devotissimo servo
Benedetto Varchi.