Pagina:Della educazione letteraria della donna.djvu/16

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e nel buono sta il bello, apprenderanno le fanciulle innanzi tutto ad onorare ed estimar se medesime: e poichè gli studi letterari a niun altro fine son volti che ad innamorare gli animi nel vero e nel buono abbellito di sua stessa bellezza; nell’anima ingenua della fanciulla la quale, senza questo, appunto come


si va facendo un segreto lavoro, per cui le fanciulle di giorno in giorno sempre notando come non sia veramente bello se non ciò ch’è buono, e che senza questo il bello è inganno è larva; quando verranno entrando nello strepito della vita, e vedranno intorno a sè crescere i sorrisi, le carezze, gli auguri, la festa del mondo, sentiranno dentro al cuore la voce dell’anima santamente educata all’amor del vero che dirà loro — sta in guardia — e s’elleno avranno una volta trionfato di queste vane e dannose lusinghe, si rideranno poi di chi accarezza le più volte per uccidere: e la bellezza della donna, che ha coscienza di sè medesima, passando infra le genti sarà guardata siccome luce dell’anima, si farà ispiratrice di alti sensi e talora di magnanimi fatti, e nemmeno i più