Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/30

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— IG --^ mosse perciò la lettura di Dante, licenzioso poeta al * suo gusto, ma lo studio del culto ed elegante Petrarca; e si efficacemente si adoperò in ciò coli’ esempio e colla parola (^j, che il Trissino poteva poi affermare intendersi meglio il Petrarca in Lombardia e nella Venezia che in Firenze (^). J poeti nacquero all’improvviso e *in si gran numero, che nella sola Venezia si poteva fare una scelta di dodici canzonieri, e Marco Foscarini aveva già riunite le Rime di ben sessanta gentiluomini veneziani (3): il nome di Laura fu nome di moda (^); nelle corti di Urbino, di Ferrara, di Mantova, nei crocchi eleganti di Padova e di Venezia il Canzoniere fu tenuto il codice d’amore. Ci fu allora nel Venpto, promosso dal Bembo, aiutato dai suoi numerosi amici,, segnatamente da Trifone Gabriele (^), un felice periodt) ^* in cui la letteratura volgare fu in fiore: di lì partirono le regole del corretto e artifizioso scrivere; *di li i ’primi vocabolari; di li le prime poetiche. Ma limitato lo studio della lingua al Petrarca e al Boccaccio, e col gusto formato specialmente su quel gentile poeta giudicando d’ogni altrO; non tenendo conto alcuno dello (•) «Dopo non molti mesi la lettura de’ suoi Asolani, con le sue vive parole a pochi dette, ma da que’ pochi a molti poscia ridette, mossero in poco tempo tutta Venezia, città si grande, come ognun sa, e cosi piena dì alti intelletti, non pure a leggere ed a studiare il Petrarca, ma a poetare a suo modo». SPERONr, Opere; II, 276. O II Caslellano; Milano, Daelli, 1864; p. 87. (’) Ferrazzi, Manuale Dantesco; voi. V, p. v. {*) Speroni, Opere, II, 276. (5) Gian, op. cit., p. 110 e 120-122.