Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/31

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— 17 svolgimento storico di ogni linguaggio, ciò che trovarono di più antico in Dante e di più popolarmente efficace, dissero licenzioso: la ruvida scorza, l’oscurità, in cui son ravvolti molti dei concetti del poema, bastò, perclié lo giudicassero indegno di stare alla pari del gentile cantore di Laura. Le accuse del Bembo si ripeterono e si esagerarono. Non si disconobbe essere stato Dante " nell’invenzione di tutti gli altri più magnifico et eccellente „ (^); anzi s’ammise esser egli " un oceano di dottrina, teologia, filosofia, astrologia, cosmografia et altre si fatte cose, per lo cui aiuto quelle cose cantò, che alli tre stati de l’anima s’appartengono, con tanta altezza e profondità, d’ingegno, con quanta né greco né latino, poetando, ebbe mai forza o poter di cantare „ (^). Ma s’opponeva poi che al Petrarca " uomo singolare e divino tutti gli aspetti delle grazie porsero virtù di sapere quale cosa era da dire, o’nde potesse tutti gli altri rimatori di quei tempi et anco de’ futuri secoli avanzare,, (^). Quindi non concedevasi che Dante, quantunque fosse maggior filosofo, venisse ad esser più grave e buon poeta del Petrarca. " Per ciò’ che il Petrarca quel tanto di filosofia intese, che a recar spirito e fermezza alle sue rime bastava, Ik dove che poi nella bella elocuzione, dalla quale si denomina il poeta, fu (*) ToMiTANO, Ragionamenti della linjfua toscana; Venezia, 1546, p. 285. (*) ToMiTANo, I quattro libri della lingua toscana; Padova. 1570; p. 74.(^) ToMiTANO. Ragionamenti cif., p. 96 E. ■ ’