Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/42

Da Wikisource.

— 28 — dando in luce il lavoro un anno dopo per le stampe del Torrentino. L’opera è divisa in tre parti o giornate: nella prima si contiene la difesa della lìngua fiorentina, nella seconda la difesa di Dante, nella terza sono disposti per ordine i frammenti, che delle regole per far bella e numerosa la prosa il Giambullari potè ritrovare tra i manoscritti dell’amico. Nelle prime due parti è adoperata la forma dialogica: al Gelli è affidata la confutazione dell’opinione del Bembo, non esser di molto vantaggio l’esser nato fiorentino a ben fiorentino scrivere: al Giambullari è data la difesa di Dante: un gentiluomo forestiero, che per riguardi è detto signor Licenziado, sostiene nel primo ragionamento r opinione del Bambo, h posto nel secondo " quasi in persona di tutti gli altri accusatori „ del Poeta. La difesa di Dante procede molto vivacemente, tenendosi in principio sulle generali, scendendo poi anche alle particolari accuse e confutandole, dimostrando contro il Bembo come " nell’elezione, nel titolo, nella disposizione, nel decoro, nelle parole, nello stile, ne’ versi, nelle comparazioni e in qualsivoglia altra cosa generale e particolare si acerbamente dannate Dante apparisca e si mostri sempre poeta non solo accurato, eccellente e magnifico, ma divino e veramente maraviglioso. E come, nonostante che e’ si trovasse nel più orrido secolo, del quale si legghino scritti di questa lingua, in una estrema poveitàdi buoni autori latini, non- che di greci, i quali poco avanti di lui fu tenuto che non si potessero intendere, in trentatré anni che