Pagina:Della fortuna di Dante nel secolo XVI Barbi, 1890.djvu/49

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— 35 Dante avanzato * d’ingegno, di altezza, di proprietà „ il suo emulo, sebbene non mancasse di notare che il Petrarca non aveva avuto nel Canzoniere campo adatto per mostrare la sua virtù. " Tentollo (dice) ne’ Trionfi, ma quanto in questo ceda a Dante non è chi non sei vegga». Nell’uso delle voci comuni il vantaggio è del Petrarca, essendone in Dante delle antiche e delle rozze che correvano alla sua età e non si trovano nel Petrarca; ma qui, e con ragione, pareva al Borghini che la comparazione dovesse correr più fra i tempi che fra i giudizii di questi due scrittori (^). Giudiziose osservazioni, da tenerne gran conto anche oggi! Esse ci mostrano il gusto fine e l’eletta erudizione del gran critico e filologo fiorentino, che dalla illustrazione dell’antiche istorie e dallo studio critico della lingua antica della sua città traeva potenti sussidi per la comprensione di quanto di più dotto e di più poetico era stato fino allora in volgare composto. Furono sufficienti gli argomenti dei fiorentini a convincere il Bembo del suo errore? Non lo sappiamo in modo sicuro; ma il Caro riferisce essergli stato detto che il Bembo ritrattò in vecchiaia il giudizio fatto prima sopra Dante (^). Checché sia di ciò, a me preme confermare il giudizio del Foscolo, che egli " contro Dante parteggiò a viso aperto e da critico „, e aggiungere che nel dispregio del gran (’) Comparazione fra Dante e Petrarca a pagg. 306 sgg. degli Studi sulla Divina Commedia di Galileo Galilei, Vincenzo Borghini ed altri pubblicati per cura di Ottavio Gigli, Firenze, Le Monnier, 1855. (2) Caro, Lettere; Padova, Cornino, 1725; li, 268.