Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/28

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14 PROLEGOMENI

tizie, si scopre e conferma di giorno in giorno, quanto più la sapienza progredisce appo i moderni, e si moltiplicano vie maggiormente le opere de’ viaggiatori: nè mostrarono se non ignoranza, o almeno disattenzione, che non merita scusa, tutti quegli antichi e moderni i quali biasimarono Erodoto come favoleggiatore, senza distinguere in lui ciò ch’ei narra qual testimonio oculare, da ciò ch’egli espone per averlo da altri udito, e ch’ei stima obbligo suo di non passare sotto silenzio, come già fu osservato dal celebre apologista d’Erodoto, l’inglese Rennell (83). Di questa disattenzione si è fatto colpevole (chi il crederebbe?) anche lo stesso Strabone (84).

Se taluno per sé stessi esamina gli errori geografici di Erodoto, pochi non sono ma se gli riferisce al tempo in cui egli scriveva, reca stupore che più non sieno, massimamente quando si consideri che non solo i geografi greci e romani a lui posteriori, ma sino quelli delle illuminale moderne nazioni non ha guari ingannavansi in cose sulle quali Erodoto aveva un’idea giusta (85).

Fra le cose ignorate da Erodoto la maggiore è quella che riguarda la parte dell’astronomia, ch’è necessaria alla certezza della geografia e s’egli conosciuta l’avesse si saria rimasto dal deridere coloro i quali credevano sferica la figura della terra, nè caduto sarebbe in altri errori, conseguenza necessaria di questa ignoranza (86).

Non so se io deggia dopo o prima d’Erodoto collocare Annone, perciocchè i cronologi ancora non riuscirono a fissare il tempo in che egli visse e fiorì. Annone duce o ammiraglio de’ Cartaginesi, fu spedito dai