Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/30

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16 PROLEGOMENI


Prima d’Erodolo piú rettamente farebbesi ricordanza di Scilace cariandese se l’opera geografica conservataci col nome suo fosse veramente produzione di Scilace. Chiunque ne legge il titolo Periplo di Scilace cariandese ad altri non corre naturalmente col pensiero, sennonché a quello Scilace cariandese più antico d’Erodoto di circa cinquant’anni, il quale, come dice il medesimo Erodoto, inviossi dal re dei Persiani Dario ad investigare le foci del fiume Indo (95).

Non pertanto ella è opinione di certuni, che di lui non sia il Periplo a noi pervenuto, ma di tal altro posteriore che con lui ebbe comune e il nome e la patria. Il cariandese Scilace, dicono essi, spedito da Dario ad investigare le foci dell’Indo, non limitossi alla sola investigazione di quel fiume, ma è probabile che esaminasse e descrivesse anche altre parti dell’India, terra ch’egli primo osservò, e tanto diversa per la natura e pei costumi da quante altre fino allora vedute aveva. E tuttavia non solamente nulla di tutto ciò, ma nemmeno il nome dell’India non appare nel Periplo di Scilace che possediamo, perciocché egli ristringesi al mare mediterraneo, e non esce nell’Oceano piú oltre di quanto avanzossi Annone. A questo proposito accresce il dubbio Suida, dicendo che Scilace scrisse eziandio contra Polibio (96). Ma Polibio è quasi 350 anni piú giovane di quello Scilace che Dario inviò all’India (97). Hannovi anche altre obbiezioni contra l’antichitá del Periplo, le quali può taluno, ove il voglia, trovarle nella Biblioteca del Fabricio (98), per lo che mi basta fare una sola avvertenza intorno al