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ALLA GEOGRAFIA DI STRABONE 47

Trovansi nondimeno in essa molli indizj, ch’egli segui per lo più la latina versione dello Xilandro. Là dove lo Xilandro rettamente traduce, cammina diritto anche il traduttore tedesco, dove quegli erra, questi pure vacilla, e spesso per non cadere, lascia da banda parole e frasi intere di Strabone (236). Alla versione, oltre le note del Casaubono, aggiunse alcune sue, delle quali poche aiutano l’interpretazione, e quasi nessuna la correzione del testo.

Terzo traduttore, nella lingua spagnuola, nominiamo il Lopez, geografo del re di Spagna, s’egli è giusto nominar traduttore chi volse unicamente il terzo libro della geografia, il quale comprende la descrizione della Spagna, e questo pure non immediatamente dal greco testo, ma dalla versione dello Xilandro. Ei diede in luce la sua traduzione nel 1787 aggiungendo anche una tavola geografica dell’antica Spagna (237).

Terza è la traduzione in lingua francese, ancora non compita, della quale io con due altri dotti cooperatori tuttavia m’occupo (238). Ho già toccato più sopra, e tra poco parlerò più ampiamente di un tal lavoro (239). Qui ha fine il giudizio intorno l’edizioni e le versioni; cd esso non mirava già a biasimare gli editori che mi precedettero, dei quali e l’intenzione stimo, e le fatiche tanto più di buon grado commendo, quanto più alleggerirono le mie proprie; ma voleva io dimostrare, come ho detto, che Strabone aveva d’uopo di una novella edizione. Ora il lettore s’aspetta intendere se io abbia supplito a tale necessità. Nè io ardisco dirlo, nè egli, se io il dicessi, mi dovrebbe credere. Quanto mi è