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Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/145

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libro primo 133


CAPO IV.


Esame del secondo libro delle Memorie geografiche di Eratostene — I.º Sulla larghezza della Terra abitata — II.º Sulla sua lunghezza — III.º Sulla sua divisione in tre continenti — IV.º Sulla divisione morale de’ suoi abitanti.

Nel secondo libro Eratostene tenta di rettificare la geografia, e manifesta le opinioni sue proprie; intorno alle quali noi pure dobbiamo fare sperienza di recar in mezzo una qualche rettificazione, se ve n’ha mestieri. In quanto dunque al porre per fondamento principj matematici e fisici, Eratostene ragiona dirittamente; così parimenti ove dice che se la terra è sferica come il mondo (cioè come l’Universo), debb’essere tutta ugualmente abitabile nella sua circonferenza; ed altre cose consimili. Ma che la terra poi sia così grande com’egli afferma nol consentono quelli che vennero dopo di lui, nè approvano la misura ch’egli ne dà. Nondimeno Ipparco si valse di quelle distanze a indicare i fenomeni de’ varii luoghi, dicendo che qualora si piglino sul meridiano di Meroe, d’Alessandria e del Boristene esse allontanansi poco dal vero.

Più a lungo poi parla Eratostene della figura della terra; ma nel dimostrare che la terra insieme colle acque è sferica, e così anche il cielo, pare che vada alcun poco vagando; mentre in ciò bastavano poche parole.

Appresso determinando la larghezza della terra abitata, dice che misurandola sul meridiano di Meroe, da questa città ad Alessandria v’hanno dieci mila stadj;