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libro secondo | 165 |
e sulla quale potesse trovarsi una strada misurata di poco più che nove mila stadii1 nella sua intierezza. Questo egli chiama lato meridionale, ma non lo dice punto parallelo al settentrionale.
Egli è poi manifesto che l’Eufrate, col quale Eratostene descrive il lato occidentale, non somiglia punto ad una linea retta: ma uscendo dalle montagne2 scorre verso mezzogiorno, quindi dà volta verso l’oriente, poi di nuovo si converte al mezzogiorno, fino a che sbocca nel mare: ed Eratostene stesso dichiara che il corso del fiume non è diritto, dicendo che la figura della Mesopotamia, formata dal concorso del Tigri e dell’Eufrate, somiglia ad una nave da trasporto3. E finalmente da Tapsaco fino all’Armenia non è tutto misurato il fianco occidentale, costituito dall’Eufrate; ma dice Eratostene stesso di non poterlo determinare, perchè non fu mai misurata quella parte ch’è verso l’Armenia ed i monti settentrionali. Per tutte le quali cagioni poi Eratostene confessa ch’egli descrive all’ingrosso la terza Sezione; poichè anche le distanze da lui assegnate le raccoglie da parecchi itinerarii, alcuni dei quali dice egli stesso che sono anonimi.
Pare adunque che Ipparco abbia il torto allorchè contraddice geometricamente all’imperfetta descrizione di Eratostene; dove sarebbe stato più ragionevole il