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Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/23

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libro primo 11

viso in due mari, o intercettato da istmi cotanto stretti da impedire la navigazione intorno alla terra; ma si vuol tenere invece che sia un mare solo e continuato. Perocchè coloro i quali avendo intrapresa quella navigazione non vi riuscirono, non dissero già di aver dato volta per avere trovato verun continente che loro si opponesse; ma sibbene per mancanza di vettovaglie1 e per essere i luoghi deserti: e non mai perchè fosse venuto meno il passaggio del mare. E questo s’accorda assai meglio cogli accidenti del flusso e riflusso dell’oceano: perocchè da per tutto i cambiamenti sì del crescere come del diminuire tengono un medesimo modo o sol di pochissimo differente, come se il movimento nascesse da un solo mare e da una sola cagione. Nè è credibile Ipparco ove contraddice a questa opinione, affermando che non avvengono in tutto l’oceano gli stessi accidenti; e che quando bene questo si desse, non ne verrebbe che il mare fosse tutto continuato intorno alla terra2: e del non avvenire per tutto gli stessi accidenti reca la testimonianza di Seleuco babilonese. Ma noi per tutto quello che potrebbe dirsi di più intorno all’oceano ed al flusso e riflusso ci rimettiamo a Posidonio e ad Atenodoro, i quali hanno sufficientemente trattato questo soggetto: e per ora aggiungiamo soltanto, che rispetto

  1. Nel Periplo di Annone, a cui l’Autore probabilmente allude, si dice appunto che la mancanza dei viveri costrinse i naviganti al ritorno.
  2. Leggo col Coray: ὡς οὔθ᾽ ὁμοιοπαθοῦντος τοῦ ὠκεανοῦ παντελῶς οὔτ᾽, εἰ δοθείη τοῦτο, ἀκολουθοῦντος αὐτῷ τοῦ σύρρουν εἶναι πᾶν τὸ κύκλῳ πέλαγος τὸ Ἀτλαντικόν.