Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/37

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libro primo 25

perficie della terra ha cotesta figura; e innanzi tutto è da riconoscere che i corpi tendono al centro; la qual cosa è la sola che si comprenda col mezzo dei sensi e delle comuni nozioni. Ma dopo una breve riflessione conosceremo eziandio che la terra è di forma sferica, perocchè ce ne persuadono non solamente alcune prove mediate, come a dire la tendenza dei corpi al centro e lo sforzo di ciascun corpo per unirsi a quel punto; ma alcune prove più vicine altresì e dedotte dalle apparizioni che si osservano nel mare e nel cielo, delle quali e il senso e le comuni nozioni possono fare testimonianza. Perocchè la curvità del mare manifestamente impedisce ai naviganti di vedere da luogi i lumi posti all’altezza medesima dei loro occhi; mentre quelli collocati più in alto li veggono quand’anche siano più lontani. Oltre di che anche l’occhio innalzandosi a riguardare suole scoprire le cose che prima erano nascoste. E lo afferma anche il poeta dicendo:

                             Ulisse allor, cui levò in alto un grosso
                             Flutto, la terra non lontana scórse1.

E coloro che sopra una nave si vengono accostando al lido vi scoprono sempre nuove parti; e quelle cose che da principio parevano basse a poco a poco si elevano anch’esse. Il movimento circolare poi de’ corpi celesti si fa evidente anche dalle ombre dei gnomoni; dalle quali facilmente si raccoglie che se la profondità della terra fosse infinita, un tale rivolgimento non potrebbe effettuarsi2.
  1. Odiss., lib. v, 393.
  2. Questo si riferisce alle opinioni di Senofane di Colofone e