Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/383

Da Wikisource.

libro terzo 369

questi pozzi dia indizio di quel movimento contrario al mare di cui già si è detto, non lo sappiamo: ma le cagioni di questo fenomeno, se pure esso è vero, voglionsi collocar fra le cose difficili da spiegare. E può darsi che la cosa sia come la dice Polibio: e può darsi eziandio che alcune vene di quelle fonti inumidite al di fuori si rilassino per modo che l’acque si diffondano dai lati invece di pullulare movendosi pel solito loro canale: e debbono al certo inumidirsi le vene quando l’acqua inonda la superficie.

Se poi, come dice Atenodoro, il fenomeno del flusso e riflusso somiglia all’inspirazione ed espirazione, è naturale che v’abbiano delle correnti le quali per mezzo di certi meati (le cui bocche sono da noi chiamate fontane o sorgenti), mettono capo alla superficie; e per mezzo di certi altri sono invece ritratte fino alla profondità del mare, e rigonfianlo in modo da traboccare, poscia ritornano di bel nuovo al loro proprio corso, quando il mare rifluisce nel suo letto. Non so poi come Posidonio che in tutto il resto suol dimostrarne i Fenici ingegnosi, in questo ne disveli l’imbecillità anzichè l’argutezza. Ben è il vero che il giro del sole misurasi dallo spazio di un giorno e di una notte, durante il quale esso ora è sotto la terra ora apparisce al di sopra: ma Posidonio poi dice che il movimento dell’Oceano dipende da quello degli astri, e ch’esso ha come la luna il periodo d’un giorno, d’un mese e d’un anno; perocchè (dice) quando la luna è al di sopra del nostro orizzonte quanto è grande lo spazio di un segno del zodiaco, il mare comincia a gonfiarsi, ed a diffondersi

Strabone, tom. II. 24