Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/55

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libro primo 43

se vi si frammischia qualche parte di vero; siccome afferma anche Polibio parlando degli errori d’Ulisse. Ed a ciò si conforma anche quel detto:

                             Così fingea, menzogne molte al vero
                             Simili proferendo1.

E nel fatto Ulisse nel suo racconto a Penelope disse molte cose false, ma non tutte; perocchè non sarebbero state simili al vero. Omero dunque tolse dalla storia i fondamenti de’ suoi poemi: perocchè anche la storia dice che Eolo regnò sulle isole circonvicine a Lipari; che dei paesi vicini all’Etna ed a Leontina furono abitatori certi Ciclopi e Lestrigoni, e che per cagione di costoro i luoghi presso allo stretto erano tali da non potervi approdare; che Cariddi e lo scoglio Scilleo erano da ladroni occupati: e così via via abbiamo nella storia notizie di tutti gli altri luoghi menzionati dal poeta. Sapendo che i Cimmerii abitavano il Bosforo cimmerio2, paese settentrionale e tetro, egli li trasportò in un luogo tenebroso e vicino all’Averno, in acconcio di una favola da lui inventata e introdotta negli errori d’Ulisse. Che poi egli li avesse conosciuti lo comprovano anche gli scrittori di annali, dicendo che o poco prima di Omero o proprio nella sua età i Cimmerii fecero un’escursione nell’Asia. Così anche, avendo saputo dei Colchi, e di Giasone che navigò ad Ea3, e ciò che fu scritto di fa-

  1. Odiss., lib. xix, 203.
  2. Lo stretto di Zabacca.
  3. Città della Colchide sul Fasi.