Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/78

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66 della geografia di strabone

ve n’ha una temperata, cioè la nostra e quella ch’è opposta a noi: e poichè noi chiamiamo Etiopi coloro i quali, sotto il clima del mezzogiorno, abitano lungo l’Oceano, e in tutta la terra abitata sono i più lontani da noi; così pare che, secondo lui, v’abbiano anche sulla spiaggia opposta di questo Oceano alcuni altri Etiopi, e che siano anch’essi la gente più lontana rispetto ai popoli dell’altra zona temperata, ed abitino lungo l’oceano; e perciò disse che gli Etiopi sono un popolo diviso in due dall’oceano. Omero poi aggiunge: O che l’uomo vada a levante, o ch’egli vada a ponente; perchè essendo lo Zodiaco celeste sempre verticalmente al di sopra del terrestre, e questo nella sua obbliquità non uscendo mai fuori delle due Etiopie1 bisogna di necessità immaginare che anche la rivoluzione del sole

    nente da quello ch’essi credevano si trovasse nell’emisferio australe. Davano poi agli abitanti di questo secondo continente il nome di Antictoni che non si vuole confondere con quello di Antipodi. Sono Antictoni quelli che abitano in uno stesso emisferio, ma in regioni opposte rispetto all’Equatore: sono Antipodi invece quelli che trovansi a distanze diametralmente opposte. Del resto, siccome l’Africa non è punto divisa dall’Oceano, così la spiegazione di Cratete cade di per sè stessa. (G.)

  1. In questa ipotesi le due Etiopie separate dall’Oceano che occupava le vicinanze dell’equatore trovavansi chiuse fra i tropici e quest’Oceano. Così d’estate il sole levava e tramontava nell’una, e d’inverno levava e tramontava nell’altra. Non potea dunque dirsi che l’una fosse a levante e l’altra a ponente; e però la correzione di Cratete non offeriva un senso esatto. Oltrechè la sua ipotesi era falsa, perchè sicurissimamente l’Oceano non penetra a traverso dell’Asia nella zona torrida. (G.)