Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/87

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libro primo 75

gia abitassero i pigmei: e se i posteri ridussero gli Etiopi a quei soli che stanno al di là dell’Egitto, e così anche ciò che raccontasi de’ pigmei, questo non muta punto l’antica tradizione. Perocchè al presente non diciamo Achei nè Argivi tutti coloro che portarono l’armi contro Ilio; e nondimeno Omero tutti con questi nomi li chiama.

La stessa cosa poi vale rispetto alla divisione degli Etiopi in due parti; dovendosi interpretare che ciò sia detto di tutti coloro i quali abitano lungo tutta la spiaggia dell’Oceano, da dove nasce il sole fino a dove tramonta. Perocchè in questo senso gli Etiopi sono realmente divisi dal Golfo Arabico1, il quale occupa una

  1. La conclusione del nostro Autore, dice il Gossellin, si fonda sopra parecchie errori. Egli suppone coll’autorità di altri antichi, che l’Oceano occupi senza interrompimento in tutta la circonferenza del globo gran parte della zona torrida: Che vicino all’imboccatura del golfo Arabico l’Oceano divida il continente dell’Africa per tutta la sua larghezza da oriente ad occidente per modo che le sue coste riescano quasi parallele all’equatore: Che lungo queste immaginarie coste abitassero gli Etiopi visitati da Menelao: Che finalmente Omero abbia conosciuta benissimo la situazione di que’ popoli, dacchè seppe che il golfo Arabico separava le parti meridionali dell’Africa da quelle dell’Asia. Ma dobbiamo ricordarci, dice il Gossellin, che Omero appena ebbe contezza di un fiume nomato Egitto nel mezzogiorno del Mediterraneo. Circa tre secoli dopo di lui le coste settentrionali dell’Africa eran tuttora sì poco frequentate dai Greci, che la maggior parte dei navigatori ne ignoravan la via; sicchè quando nel 638 av. G. C. l’oracolo ordinò agli abitanti di Tera (una delle isole meridionali dell’Arcipelago) di andar a fondare una colonia