Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/107

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libro sesto 99

chi dice che si chiamavano Enotrii ed Itali soltanto quelli che abitavan fra l’istmo e lo stretto. Ed è questo istmo di cento sessanta stadii, fra due seni, l’Ipponiate che Antioco diceva Napitino1, e quello di Scilla. La spiaggia del predetto paese dall’istmo fino allo stretto è di due mila stadii. Più tardi poi, dice lo stesso Antioco, il nome d’Italia e quel degli Enotrii si stesero fino alla Metapontica ed alla Siritide: perciocchè questi luoghi furono abitati dai Coni, schiatta enotrica, ingentilita; e quindi ebbero il nome di Conia. E così egli disse semplicemente e secondo l’usanza degli antichi, non ponendo veruna distinzione fra i Leucani ed i Brezii. La Leucania pertanto giace fra la spiaggia del mar Tirreno e la sicula, da una parte dal Silari sino al Lao, dall’altra da Metaponto sino a Turi: e fra terra stendesi dai Sanniti sino a quell’istmo che va da Turi a Cenilo2 vicino al Lao per lo spazio di trecento stadii. Al di sopra di costoro sono i Brezii abitanti una penisola, dentro alla quale un’altra penisola è compresa, che forma l’istmo tra il seno ScilIetico e l’Ipponiate. La ente che vi abita ebbe il suo nome dai Leucani, i quali chiamano Brezii i disertori; e costoro appunto disertarono dai Leucani (appo i quali stavano da principio in qualità di pastori, e poi n’ebbero per bontà loro la libertà) in quel tempo in cui Dione guerreggiando contro Dionigi, mise tutti

  1. Il Golfo di santa Eufemia e il Golfo Squillace.
  2. Cirella.