Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/156

Da Wikisource.
148 della geografia di strabone

e prima aveano avuto Archidamo figliuolo di Agesilao; e più tardi chiamarono a sè Cleonimo ed Agatocle; e poi Pirro, quando levaronsi contra i Romani. Oltrechè non sapevano indursi a ubbidire que’ medesimi ch’essi avevano chiamati, ma se li facevan nemici. Quindi Alessandro per odio contro di loro tentò di trasportare a Turi la comune adunanza degli Elleni d’Italia che solevasi celebrare in Eraclea sul territorio de’ Tarentini e ordinò che vicino al fiume Acalandro si murasse un luogo dove poi si tenessero quelle assemblee. Ed anche la mala ventura da Alessandro incontrala dicesi che procedesse dalla ingratitudine de’ Tarentini verso di lui. Al tempo di Annibale poi perdettero anche la libertà: dopo di che avendo ricevuta mia colonia di Romani vivono nella quiete e meglio di prima. Dei resto guerreggiarono per Eraclea contro i Messapii, ed ebbero ausiliari il re dei Daunii e quello dei Peucezii.

Il paese dei Japigii che viene appresso è buono quantunque paja il contrario: perocchè nella superficie apparisce aspro, ma arandolo si trova di buon terreno, e sebbene sia senz’acqua, nondimeno è acconcio ai pascoli e si vede bene arborato. E una volta tutto questo paese fu anche assai popoloso, ed ebbe’ tredici città: ma ora, fuor Taranto e Brentesio, le altre son luoghi di picciol conto; tante sventure soffersero.

I Salentini si dice che furono una colonia de’ Cretesi. Appo loro si trovano e il tempio di Minerva che fu una volta assai ricco, e quello scoglio chiamalo promontorio Japigio1, che giace mollo addentro nel mare

  1. Capo di Leuca.