Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/178

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impresa qualora, lasciando tranquilli i popoli situati al di là dell’Albi, non li costringesse ad unirsi co’ suoi nemici. La guerra pertanto fu cominciata dai Sicambri che abitano presso al Reno, aventi per condottiero Melone. Quivi poi succederonsi in progresso di tempo diversi popoli, quando signori del paese e quando soggetti, poi di nuovo ribellati, contro la fede degli ostaggi e delle promesse. Con costoro il non prestar fede è di grande vantaggio; quelli ai quali fu creduto riuscirono i più dannosi, come avvenne dei Cherusci e dei loro soggetti, appo i quali le tre legioni romane capitanate da Quintilio Varo furono in onta della data fede assalite a tradimento ed uccise. Tutti però ne pagarono il fio e somministrarono al giovine Germanico uno splendidissimo trionfo, nel quale si menò dietro gli uomini e le donne più illustri, come a dire Semigunto figliuolo di Segeste capitan de’ Cherusci; e la sorella di lui per nome Tusnelda moglie di quell’Armenio1 che amministrava la guerra de’ Cherusci appunto allorché fu tradito Quintilio Varo, e la continua tuttora; e Tumelico suo figliuoletto di tre anni; poi anche Sesitaco figliuolo di Segimero capitano dei Cherusci; e sua moglie Ramis, figliuola di Acramero capo dei Batti, e Deudorice di nazione Sicambro, figliuolo di Betorige fratello di Melone. Ma Segeste, essendosi fin dal principio alienato dalla fazione di Armenio, colse il buon destro per accostarsi ai Romani, e assistette al trionfo delle persone a lui più care. Fu allora

  1. Tacito e gli altri in generale dicono Arminio.