Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 3.djvu/211

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libro settimo 203

altro porto detto Ctenunte formano un istmo di quaranta stadii; ed è quell’istmo che chiude il piccolo Chersoneso, il quale dicemmo già ch’è una parte del grande ed ha dentro di sè la città detta pur Chersoneso. Questa città fu da prima indipendente; ma infestandola i barbari fu necessitata eleggersi a protettore Mitridate Eupatore; il quale amava di combattere i barbari posti al di sopra dell’istmo fino al Boristene ed all’Adria, per apparecchiarsi così contro i Romani. Egli pertanto, allettato da queste speranze, volentieri mandò nel Chersoneso un esercito, e combattè nel tempo stesso gli Sciti, Sciluro, e i figli di Sciluro (cioè Palaco e i suoi fratelli in numero di cinquanta al dire di Posidonio, o di ottanta secondo l’opinione di Apollonide); e mentre soggiogava colla forza costoro, divenne padrone anche del Bosforo, ricevendone la signoria da Perisade che allora lo possedeva e che spontaneamente glielo cedette. E dopo d’allora la città dei Chersonesi è rimasta fino al presente soggetta ai dominatori del Bosforo.

Il porto Ctenunte è ad uguale distanza e dalla città Chersoneso e dal Porto dei Simboli. Da questo porto fino a Teodosia si stende la spiaggia Taurica per lo spazio di circa mille stadii, aspra, montuosa, ed esposta ai venti boreali. Da quella spiaggia si spinge molto addentro nel mare un promontorio verso il mezzogiorno e la Paflagonia dalla parte d’Amastri; e chiamasi Criu Metopo1. Rimpetto a questo è il promontorio

  1. Κριῦ μέτωπον, Fronte d’Ariete.