Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/133

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computo faccio ancora entrare la razione dovuta alle donne e agli eunuchi. alle bestie da soma ed ai cani. Dirò, finalmente, che nonostante tutte le enumerate miriadi d’uomini, sì per la beltà delle forme come per la struttura gigantesca del corpo, Serse restava pur sempre il personaggio più degno di esercitare cotanto imperio.

188. Scioltasi poi che fu l’armata da Terma, e arrivata, come già dissi, a quella spiaggia della Magnesia, che intramezza fra la città di Castanea e il capo Sepia; non offerendo però quella spiaggia comodità possibile al distendimento di tutto il naviglio persiano, alcune nari soltanto potettero afferrar terra; e le altre rimasero surte sull’ancore, avendo le loro prue rivolte contro il mare, e ordinate in otto liuee. Levatasi quindi l’alba del giorno appresso con cielo tranquillo e sereno, tutto a un tratto cominciò a ribollire il mare, e a scatenarsi una grossa tempesta al soffio impetuoso di quel vento levantino, che gli uomini del paese denominano ellespontio. Ora, tutti quei comandanti delle navi persiane, i quali ebbero prescienza dello ingagliardire del vento e qualche comodità di rifugio, potettero prevenire i danni della tempesta, tirando a terra in fretta le navi, e salvando cosi se medesimi coi loro legni. Ma tutte quelle altre navi invece che furono investite dal vento, trovandosi in alto mare; quali andarono a perdersi in quei cavi del Pelio che si chiamano forni, quali nella spiaggia vicina. E alcune ruppero contro il capo Sepia, altre furono cacciate dall’onde addosso alle rive di Melibea e di Castanea. Da si furiosa tempesta non c’era scampo.

189. È poi accreditata la fama, che gli Ateniesi in quel