Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/231

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

— 219 —

5. E i Greci convenuti a Salamina, quando seppero quale condizione era stata ridotta l’acropoli d’Atene, timasero atterriti e confusi di tal maniera, che alcuni dei condottieri; senza aspettare neppure che fosse presauna formale decisione sulla proposta materia; corsero difilati lUe navi, e spiegate le vele, si disponevano alla partenza. Gli altri rimasti fermi intorno ad Euribiade, tosto deliberarono che la battaglia dovesse darsi dafTronte all’Istmo. In questo mentre annottava: e scioltosi il consìglio, tutti fecero ritorno alle proprie navi.

57. Sì che, tornato anche Temistocle nella sua, Menesifilo, cittadino ateniese, gli domanda: quale era il partito che aveva vinto, finalmente, in consiglio. E avendo risaputo da lui come erasi decretato di trasportare il naviglio verso l’Istmo, e di dar la battaglia dirimpetto al Peloponneso, esclamò: Se costoro si allontanano da Salamina, tu non combatterai piìi per nissuna patria; perchè ognuno ritornerà a casa propria. E nò Euribiade, né uomo del mondo, sarà capace d’impedire la dissoluzione dell’ armata: onde la Grecia perirà vittima de’ suoi errori. Ma, ?e ogni tentativo di raddrizzare le cose non è precluso; mettiti tu all’opera, o Temistocle, e cerca di annullare il partito: persuadi con ogni sforzo a Euribiade di mutare consiglio, e di rimanere a Salamina.

58. Garbarono meravigliosamente a Temistocle tali suggerimenti. E senza nulla rispondere, se ne andò difilato verso la nave di Euribiade; alla quale pervenuto, disse che desiderava d’intrattenerlo di cosa riguardante gli affari pubblici. E quegli allora lo invitò a montare sulla sua nave, ove avrebbe potuto esporre tutto quello