Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/314

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- 302 tegutntt Afa i tra fratelli argini, dopo esstrsi impadroniti dilla

regione in cui erano capitati, mossero quinci di nuovo, < ri4utsera alla loro devotione tutta la Macedonia.

Alcuni commeaUtori, Appoggiandosi maisimamente all’autoriU dì Tucidide, credono che il Perdicca, settimo progenitore ( come din Erodoto) dall’Alessandro dei suoi tempi, sìa stato il vero fondatore del regno di Macedonia; e che a lui e ni suoi fratelli debba riferirsi tutta U leggenda degli Argivi condotti dai Temenidi, e fermatisi primierameote in un angolo dell’Ematia verso la confluenza del fiume Lidia coll’Aliacmune: poi di là allargatisi a poco a poco per tutta quelli distesa di paese cbe da loro, convertiti in Macedoni, prese poi il oor< stabile e famoso di Macedonia. Questa, dicono, è la tradizione mar donica e vera, da contrapporsi all’altra tradizione, puramente ar^is, secondo la quale non un Perdicca, ma un Carano, fratello di Fides» re d’Argo, sarebbe slato il conduttore della colonia e l’iniiiatorc: tatto il resto. Ma altri, invece, opinano, che le due tradizioni, ìdt’:di escluderai, vicendevolmente s’intreccino e si completino: concio-siachè l’impresa fortunata di Perdicca e dei suoi debba riguardtrr piuttosto come una usurpaiioce di regno, anziché come una fondizione di Stato. Le basi del regno macedonico erano già state busm da Carano e dai suoi successori. Ceno e Trìmma: laonde Perdiect « i fratelli non avevano piìi da creare una cosa già sussistente. Eoi vollero operare e efl°ettivamente operarono una mutazione dinastie’; nulla pifl. Io poi soggiungo che, considerando bene certe espressioni e il colorito generale della narrazione erodotea, per tutti interi i dot Capi 137 e 138 dell’I/rania, mi pare che si veda abbastanza cbian il fine di rappieseotarci Perdicca ed i suoi fratelli come arrivati it un paese già i-idotlo progressivamente ad unità politica; uniti simboleggiata nel nome generale di Macedonia; dalla mano poteot’ di antecedenti conquistatori. Confesso peraltro di non saper bene S{,ir, garmi, perchò in allora Perdicca e i fratelli andassero a cercar’ il re e la regina di Macedonia nell’oscura Lebea, e non piuttosto in Edessa sul Lidia-, cbe fu, per costante tradizione, la prima sede dei re macedoni. Ma come si fa a sciogliere tutti i dubbi, a concilisn tutte le contraddizioni, in mezzo al garbuglio e al buio disperato di queste origini?

N. 42. AoKcbaipóvioi dvaidvr|o9évTE(; tOùv XoT(U)v, ili( 0(p€a( xP^iirv

foTi A^a Toiai flUotoi AuipuCci ÉKTiijtTav ìk TTcXowow^iaow ùwò M/i6u»v Te Koi ’ABrivaliuv, k. t. k. (§ 141;.

/ Lacedemoni memori dei vaticini, i quali avevano predette

che essi coijli altri Dori sarebbero stati sbanditi dal Peloponnu» per le forte congiunte dei Medi e degli Ateniesi, ecc.

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