Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/341

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-329 Grcci lo teneva Tisameno, figliolo di Antioco, il quale seguitava l’esercito in qualità di vaticinatore. Egli era Eleo di nascita, e apparteneva alla famiglia Clizia e alla schiatta de’ latnidi: ma fu poi in appresso aggregato alla cittadinanza lacedemonica per il fatto che sono per raccontare. Essendo andato, cioè, una volta Tisameno a consultare l’oracolo delfico intorno alla prole, la Pitia gli predisse fra le altre cose: che esso avrebbe riportate cinque grandi vittorie in cinque grandi combattimenti. E quegli errando nell’interpretazione dell’oracolo, si consecrò tutto ai giochi ginnici, credendo che di vittorie ginniche si trattasse. Ma essendosi poi in Olimpia paragonato con no leronimo di Andria, al pentatlo; stava bensì Tisameno per ottener la palma nelle altre prove, ma nella prova della lotta soggiacque. E i Lacedemoni allora avendo compreso che, non a combattimenti ginnici, ma a combattimenti guerreschi, mirava l’oracolo ricevuto di Tisameno, gli si fecero intorno con (,romesse e con lusinghe d’ogni maniera, perchè egli volesse insieme coi due re Eraclidi essere loro condottiere in guerra. Quegli allora avvedutosi dell’altissimo pregio in cui tenevano gli Spartani la sua opera e la sua amicizia, alzò grandis.eime pretensioni, dichiarando: Che se gli Spartani lo accoglievano nella propria cittadinanza, e lo facevano partecipe di tutti i loro diritti, avrebbe fatto quel che chiedevan da sé, altrimenti no; qualunque altra fosse la mercede che gli avesser proposta. Della quale arroganza di Tisameno si mostrarono dapprima indignatissimi gli Spartani, e mandarono alla malora l’indovino e la sua arte: ma poi sopraffatti dal timore dell’esercito persiano, cedettero e lo richianoarono. Quegli allora (veduta la trasformazione degli animi) disse: Che non to