Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/149

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NOTTE. 123

Che per esser felice ancor gli manca.
Stabil legge è che l’uom, sempre agitato
Dalla natia grandezza, in rozzo tetto,
95E sul trono si lagni • I suoi tormenti
Della sua nobiltà son prova, e voce
Son le miserie sue che al cuor mV infuona,
Che per esser beato ei fide il giorfio.
Questo, in cui vive Tuoin, globo infel ice
100La sua patria tion è: terra straniera • •
E’ dove alPuom, che la traversa, un cibo,
Che saziarlo non può, natura appresta •
In van di raddoppiar diletti, e gioje
Da’ mortali si tenta: in mezzo a questa *"
105Sterile copia più infelici ancora,
Più famelici sono, e il più toccante
Diletto lascia un desiderio in seno.
Se più alto poggiar l’uomo non puote,
Scendere ei vuol, che di restar si sdegna
110In tranquillo riposo. Il soglio, e Roma
Se Tiberio abbandona, e in ermo lida ~
Negl* infami piacer s’immerge, e lorda A
E’ l’ambizion, che di salir dispera/
E in sozzo vischio l’avvilisce, e inceppa» "
115Dio con occulta ed invincìbil forza
Lancia verso il futuro il cor dell’uomtf.
Colle sempre spiegate ali robuste
L’instancabile speme il voi dirige
Ad ogni oggetto, che a veder s’incontra - ’
120Insaziahil costei, sempre scontenta
De’ trapassati eventi, astringe l’uomo
Ad immolare a cento larve e cento
Il riposo, la pace, e vuol che al case
Ritorni ad affidar quel ben, che gode.
125Del presente costei sprezza ogni dono, 1
Ogni piacer sul nascere distrugge, ’ •
Fino alla tomba ci molesta, e incalza;
Nò di strazio maggior forse è sorgente - r
Un cieco, un fiero, e disperato affetto. ’
130Perchè men vivo ò del desio che nacque