Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/163

Da Wikisource.

NOTTE. 137

Ah yw&il desìo, che l’alma al nulla
Kieda, nascer non può, se pria non muore
Neil uomo ogni virtude, e allor che l’nonio
Esser uomo non vuol. Ma neghi ancora
640Costui, che regna un Dio. Tetro fantasma
Resta allora quel nume in mezzo al mondo.
Uomini indegni, e dal natal sublime,
Che sortiste, caduti; uomini privi
Di speranza e ragion, ehe schiavi,i ete
645amando hhertade: arbitri, e infame
Macchia dell’universo, e mandra vile
Stupida più della lanuta eresia,
Che l’ubbidisce; voi, che la ragione ’.
Cangiate in frenesia} voi, che alla colpa.
650Fate quello servir, che il ben produce,
fcd a perder voi stessi usate i doni
Dell eterno Signor: ditemi, e quale
Astro maligno al nascer vostro apparve!
la qual momento e disperato, e nero
655Apriste al dì le ciglia! E quali furie
V agitarono il cor, la mente, e tutta
L alma con tetro orribile governo
Fer farvi immaginar questo sì folle
Empio sistema, che distrugge, annienta
660Ui esseri, > beni! Ah, che già sie te estinti,
E poco lango in voi tuttora ha vita
Ma sicuri voi siete almen di questo
Nulla che vi lusinga? È certo almeno,
Che la vostr’alma un di tutta si sciali
665Fer1 etelea region qual aura lieve?
guai coraggio fa d’uopo, e quali angosce
Soffrir dovete a strascinar voi stessi
Alla incredulità! Ma pure è vana
Ogni cura, ogni sforzo, e mai quel nulla
670Voi potrete ottener. Per poco il proprio
Esser vi s’abbandona: a vostro senno
Sfiguratelo pur; ma poi permesso
D annientarlo non v’è. Miseri! il vetro
rullo dal rimirar diviso, e sciolto