Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/238

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212 DECIMAQUINTA

Che titoli però, non scritto è il resto •:
Nel circolo social più non si mira v
Che i volti, e già ridotte sono al nulla,
O invisibili l’alme; e chi da folle
410Mostra il suo core, al riso altrui s’espone»
Non si osservan di lui che i suoi difetti,
E l’imprudenza sua spregio riceve.
È spettacol bizzarro ad anglo ciglio,
Ch’errando va per le straniere corti,
415Due gelosi vedere entro una reggia,
Che tent&n d’innalzar Je lor fortune
Con un solo artificio, «poi mirarli
Mostrar sembiante assai dal cor diverso;
L’odio loro addolcir con finto mele Di
420seducenti detti; ambo sperando
Di scuoprirsi a vicenda i moti interni.
Entrambi lieti del tessuto inganno*
E alfin veder, che l’un dell’altro è gioco,
£ vittima ( oh giustizia! ) ancor diviene.
425D’arte così funesta il premio sia
Solo il rossor: ma que’ mortali illustri,
Che dan leggi dal trono al germe umano,
Scenderanno à calcar l’ignobil via,
Che d’infamia ricuopre alme sì vili?
430Se stessi priverai! de’ grati affetti,
Ch’avrian per lor beneficati amici?
Poiché, come sperar d’un’alma grata
L’amor, se di chi dona il cor s’asconde?
Scuopre il suo cor chi sempre altrui lo cela •
435Felice io, sì, ti chiamo, uomo sincero,
C’hai in orror la menzogna, e che in costume
Hai di portar sulle tue labbra il vero.
Costume c questo, -che a se stesso in faccia
L’alma fa rispettosa. Il tuo candore,
440Che il mondo chiama debolezza, forma
La gloria tua. Sublime cosa, e degna
Dell’uomo è disprezzar -sempre l’inganno*
Questo nobile, e franco agir disvela
Qual ha grandezza, e qual vigore un’alma.