Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/278

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252 VENTESIMA

Ed ingannando Tore,>il labbro al canto
10Scioglie finché a posar lo inviti il sonno:
Stanco ancor io dell’intrapreso corso
Tra gli errori dell’uem, tra le folli*
Strepitose del mondo, e tutte vane
Mirando sifl finir le mìe sperante,
15Nella povera mia capanna umile *
Come in placido asilo io mi riduco.
Tutte seppi scacciar dall’alma mia
Quelle brame, elle fura il mio fermento*
IH non torcere il piè dal mio tugurio
20Feci lecere a me stesso; ed ©r che attendo
Lieto dd mio morir l’ora bramata,
Tento addoleir de 1 gierni mici la sera
Co* Tersi utili, e gravi. I suoi tormenti
Ha la cadente età, ma la mia Musa
25Or men grave mi fa la mia vecchiezza.
Il mortale universo io- «ria trascarsi .
Pe 1 scabrosi rentier di questa vita
incalzato, assalito ad ogni passo. 1
Io vidi il germe uman da ria menzogna;*
30Da vanità, da iuevitabil pena .
De* cari amici miei sul fato estremo,
E sttlP urna versai pianto si»cero *, ’
Giusti limiti fur da me fissati
Alla tristezza, e della gioja vera.
35Svelata la sorgente. I Sei portenti
Tentai mostrar di quell’amor perfetto
C ha per gli uomini il Nume, e questo io pimi
In trono assiso a giudicare il monde.
Dell’noni palese, ed innegabil feci
40L’esistenza immortale-, e all’uomo offersi
Picciolo abbozzo de’ sublimi dogmi,
Che debbousì adottar, delle virtudi,
Che praticar fa d’uopo in questo esilio
Per viver lieti, e far dipoi passaggio
45Da cara speme a sommo bene eterno *
Del mio corso a tal segno ora s l’arresta
Lamia Muta un istante, un guardo volge