Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/283

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NOTTE. 257

Con l’occhio del suo Re: fulgido rendi
205Come un astro notturno il genio mio.
1VT inganno io forse? È il tuo favor, ch’io sento
Penetrarmi nel cor? Luce immortale
Vihrar potranno i detti miei da queste"
Tenebre folte, che d’intorno io miro?
210Vegli tu ancor, Lorenzo, a notte oscura $
Ma non «la virtù, che ti trattiene •
L’ambizione, il piacer, crudi tiranni
Non accordano a lov già stanchi servi .
Che un sonno lieve, e di fantasmi pieno.
215Agitato da’ lor vani capricci
Delle notti, dei dì l’ordine cangi
Per secondarli, è*ì tuo colpevol giorno
Della notte cominci a mezzo il corso .
Febo, sorgendo, de’ tripudj tuoi v
220Vedi gli ultimi eccessi: allor che spunta, v
Al sonno t’abbandoni, e l’alba tua
Appare allor che il bel pianeta vibra
Dal più fitto meriggio i raggi accesi •
Negli spazj, pe’ quai tu passi ardito
225Dall’uno all’altro eccesso, il pie sospendi,
Ti riposa un istante, e al ciel lo sguardo
Ergi, se pur del ciel, che tanto oltraggi,
Puoi la vista soffrir. Se il vago aspetto
Brami veder di maestosa mole,
230Di superbi edificj, ove con l’oro
Fulgido mi$te sien splendide facir <
Se tristo vivi, ed allegria cercando
I taciti piacer, che dà la notte,
Più graditi ti son, Lorenzo, vieni,
235Vieni adesso a mirar quest’arco immensa,
Che divin magistero un di compose .
E dove puoi trovar schiera più folta
D’incantatori oggetti? E ben, di questi
Tu puoi goder senz’arrischiar giammai
240O sanitade, o di fortuna i doni,
Senza che Tonor tuo macchia riceva»
Mira del Sol l’amabile germana j