Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/291

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NOTTE. 265

In questo piano ad incontrarsi insieme
Vengon l’angelo, e l’uomo: in questo colmi
Sc>n de’ trasporti stessi; in questo s’erge
L’abitator terreno, -e co’ celesti •
520Cittadini si mischia. Oh quanto lungi
Posto è talun di quei notturni Soli!
Dubita il dotto (*) se dai dì che nacque
11 mondo, i raggi lor giunsero ancora .
Di questa terra al sì remoto lido,
525Sebben velocità somma la luce
Abbia nel propagarsi ... Ancor lasciate,
Che l’attonito ciglio intorno io muova:
Che non mai sazio ah noi sarò giammai,
10 sarò d’ammirar, di starmi fisso
530In questo di portenti ampio oceano;
In questo campo fiammeggiante, in cui
11 Nume sol può numerar quegli astri,
Clie in tanta folla un giorno ei vi racchiuse .
Qual nuova maraviglia or mi sorprende?
535Ove le adamantine alte colonne
Son che reggono i cieli? Ed ove sono
I cardini, che più del finto Atlante
Forti, senza piegar, son base al mondo?
Qual mostruosa forza, od arte ignota
540Tiene ondeggianti queste masse enormi
Sovra l’aereo mar? Forse sospese
Destra eterna le tien con aurei lacci?
E’ del Nume il voler, che ne’ lor centri %
Tutte le fissa, e a lor dell’aria forma
545Adamantina base. Ei puote ancora
II diamante ammollir, corpo formarne,
Che, qual è l’aria, sia mobile e lieve.
Questo è il Dio, che dal nulla il tutto fece,
È’ il Dio, che se lo vuol, tutto distrugge,
550Ed al nulla lo rènde. Oh quanto in questo
Ceruleo libro puote ogni mortale
Leggerne i 1 esistenza! Il sommo Dio