Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/331

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XXIV. NOTTE

ED ULTIMA.


La Consolazione.


ARGOMENTO.


Quasi un - epilogo di tutto il Poema è quest'ul- timo Canto . Siccome sarebbe vano studio il lusingarsi di trovar soda e stabile consola- „ zioné nelle cose terrene, così conviene, che dalle molte miserie della vita cerchi Vuomo conforto nella virtù , e nelV amore della rettitudine* Rientrando in se medesimo è ' egli capace di ponderat e la leggerezza , in- stabilità, e picciolezza delle creature . Ma queste medesime gli servono di strada per guidarsi a Dio , nel desiderio del cui pos- sesso unicamente, trova lo spirito riposo, con- solazione, e dolcezza.


Prestando al mio pensier luce pia bella
Della notte 1? orror , dogmi divini
Inspirandomi un sacro alto silenzio ,
E tai dogmi il mio dnol cangiando in pace
5Più del notturno augel s'erse il mio canto
E vago di spaziare in orbe immenso,
Spinse se stesso a volo oltre F ardenti
Mete del Mondo; ma che prò che in alto
Voli il pensier, se l'alma rade il suolo?
10Di vili adulatori, e di nemici .
Abbonda la virtù $ facil si rende
Tesserne elogj, il seguitarla è pena.
Lorenzo, h van, che di virtù ragioni
Il labbro sol, la vera Jode è l'opra.
15Innanzi a te della natura io schiusi