Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/80

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54 quarta

Le ceneri oltraggiai; sì, troppo vile
Nell’aspro mio dolor le sacre leggi
Trascurai del dover. Àllor che folto
Orror copria la terra, e tace il mondo
Di passo incerto, e rinserrando il duolo
Nel carcere del cor, non già qua! padre r
Ma qua! empio uceisor in flebil vece
Feci gli ultimi addio, chiusi la tomba
Fuggii qual uom, di cui lacera, e morde
Grave colpa l’interno. Ah padre ingrato %
Ah vilissimà padre, il. nome almeno*
Non scolpisti sul sasso! É fia Narcisa r,.
Quella figlija diletta in alto obblìi*
Posta, e barbaro piede or la calpesti?
Perdono, ombra diletta, oh Dio! perdono.*
Duolo, sdegno, furor, aspro governa
Fero allor di quest* alma, e in mezzo tristi
Sacri ufficj vibrò contro quegli empji
Fieri voti il mio cor. Olr, non potei
Senza fremer d 4 * curor lasciar sepolto
In sì barbaro suolo il sacro pegno.
Delle ceneri tuej quel suol mirai
Torvo, sdegnoso, e furibondo il piede
Per tre volte il percosse» Eppure ne’ miei
Furori ancor tanta pietade in seno*
Restommi a der, che a l’or concesso
Fesse il negato a te lugubre albe/go
Chi fia, che i sdegni miei chiami delitto?
Delitto enorme è l’oltraggiar gli estinti
Quanto questi son sacri. E non è forseLa
stessa man, che *T intarsiato argento*
Sparse l’azzurro vcf, che il Òiel nascondete
che fl Sole vestì di fulgid’oro
La man, che tesse i luminosi stami",
Che dell’uom son divisa > l’itì lui compone
Opra, che l’opre tutte orna, e corona!
Allor che tace ogni sconvolto affetto
Che nascon di pietà teneri sensi,.
Che Podio muore, ed il rivai perdona,