Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/99

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notte. 73

20•Che l’infanzia oon fu. Dogma severo
Si detta in fosco ciglio, allor che il labbro
Più non giunge a lambir fetida tazza.
Se ad altri di piacer si perde il dritto 5
15i vuol ch’altri -da noi virtude apprenda..
25Ma nella man, che frena i dolci errori f
Sempre mira il garzone ardito e baldo
Più grave error, che di color più fosco
Veston di lunga «tà le ingiurie, c i danni.
Chi dir potria per qual ineanto, od arte
30Tra l’uoiii cadente, e l’implacabil Dea,
Che lo segue qual ombra, assiso resti
D’un sscolo il fantasma? Altri la morte
Ferisca; allora l’uom palpita, trema.
Ma ben presto il fragor più non rammenta.
35Torna all’antico sonno. In seno al mondo
Stiagi qual legione in campo, aliar che Marte
Stragi spira «furar. Veggonsi in folla
Cader trafitte l’orgogliose schiere
Sovra il terren, che pe 7 già morti è poco;
40Sempre evitar convien de’ ferrei strali
Il fiero turbo, e ben sovente il fianco
Ci apre; ma benché a rivi il sangue grondi,
PalP Egida im mortai cinti, difesi
Noi ci crediamo: e dagli annosi tronchi
45Sempre di viva speme il fior rinasce.
Sempre Tuoni di veder sccol novello
À se promette, e qual scomposto ordigno,
Che del tempo è misura, in cui non soffre
Legge il ferrato stil da’ moti interni,
50Mai di natura i veri detti ascolta,
E crede di veder chiaro il meriggio,
Quando spiega la notte il nero ammanto
Invan di quei, ch«già canuti e curvr
Rese l’età, nella rugosa fronte
55Leggiam del tempo i danni, e come in specchio
Ciò, che soffriam, si mira, in quella il ciglio
No, non vede di noi la vera ini mago.
Con occhio fermo il furibondo artiglio