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cera, sola impresa di strade ferrate italiane fin qui tutta mandata a termine, è stata eseguita da estranei, e con fondi d’una società francese le,azioni della quale tutte son possedute a Parigi, senza che neppure segua di esse il menomo traffico alla borsa di Napoli, dove nessuno finora, malgrado l’innegabile buon successo dell’impresa, ebbe una parte attiva alla medesima, se si eccettua qualche banchiere forestiere residente in Napoli, il quale probabilmente acquistando alcune azioni operava per commissione di case bancarie estere corrispondenti.
Sappiamo che le azioni della strada Leopolda in Toscana furono quasi tutte spacciate alle borse estere, di Germania, e gli stessi supplicati delle due case di Firenze e di Livorno, le quali impetrarono la facoltà di fondare la società anonima assumente l'impresa di detta strada Leopolda, provano che i due banchieri promotori operavano ad incitamento d’alcune case bancarie estere, le quali aveanli richiesti di speculare su tale argomento.
Abbiamo veduto che, dopo un prontissimo spaccio delle promesse d’azioni, seguito fino dal 1838, la reale esecuzione dell’opera procedeva lentissimamente, a segno che solo alla primavera del 1844 una brevissima minima tratta o sezione d’essa strada da Livorno a Pisa compivasi e mandavasi ad esercizio: mentre le tre altre più lunghe sezioni, ben più difficili e più costose ad eseguire, sono tuttavia da terminare, malgrado il migliorato corso delle azioni, prima decadute per modo da non avere più alcun prezzo, or risalite oltre il pari; -onde ricavasi, che il primo favore delle promesse di azione fu un giuoco di borsa, come lo è ancora l’attuale risorgimento di esse, senza che i lavori lentamente ricominciati siano indizio di vera confidenza nel buon successo dell’impresa.
Vediamo che le molte altre società toscane or surte, e con tanta facilità da quel governo approvate quasi tutte, coll’apposita condizione di molte azioni beneficiarie ai soci fondatori, sono in massima parte a mani di banchieri, i quali già trafficano con premio le promesse di azioni, prima ancora che regolari progetti dimostrino possibile e conveniente l’opera.
Per la meno probabile poi tra di esse, come crediamo averlo