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VERSI MARTELLIANI


recitati in Bologna


NELL'ACCADEMIA DEGLI ARDENTI,


ERETTA IN ONORE DEL SANTISSIMO


CUOR DI GESU'


S
Pirto del buon 1 Mirtillo, che ancor t’aggiri intorno

Di Felsina all'antico, amabile soggiorno,
E nei beati Elisj ancor ti sta nel core
4Di tutta Italia nostra il combattuto onore,
Tu, che del dolce metro sapesti innamorarmi,
Perdonami, se m’odi a profanar tuoi carmi.
Mirami del bel Reno starmi dei Vati appresso,
8Rendimi col tuo stile maggiore di me stesso.
Ma, se Talìa da un lustro 2 seco mi tragge al canto,
Come d'Eroici carmi posso aspirare al vanto?
Come del Cuor Divino, come cantar poss'io?
12Cantor d'umili cose non può cantar di un Dio;
Io flagello dei vizj io derisor dei stolti
Talor trassi alle Scene popoli vàrj, e folti,
E mi riesci talora con fortunato incanto
16Muover le labbra al riso, muover le luci al pianto.
Ma s’io medesmo, ahi misero! amo gli error, ch’io sgrido,
Nocchier, che il Mar detesta, ed abbandona il lido;
Se pieno ho il frale petto del dileggiato amore,
20Qual poss’io la pietade cantar dei Divin Cuore?
Ma questo Cuore istesso d’amor, di grazia pieno
Già di virtute ignota m’empie la lingua, e il seno:
Ei, che purgar le labbra del peccator non sdegna,
24Ei de'mister sublimi a ragionar m'insegna,
E ognor di sua bontade fendo le fonti aperte,
Anche talor la Scena in Pergamo converte.

  1. Pier-Jacopo Martelli inventore del verso, che dicesi Martelliano.
  2. Quando l'Autore fu ricevuto in questo Accademia, non erano, che cinque anni, che si era determinato intieramente a comporre per il Teatro.