Pagina:Di una strada ferrata da Lucca a Reggio di Modena.djvu/21

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A tal giudizio di quest’ottimo Amico mio, non aggiungerò parola. Dirò soltanto che la Lignite del Barghigiano, della Garfagnana e dei dintorni di Castelnuovo ne’ Monti non solo servirà egregiamente all’attivazione della nostra Linea, ma può con grande facilità estrarsene in tanta copia, da alimentare tutte le Ferrate dell’Italia superiore e della centrale.

Ma ciò che più importa considerare si è l’utile generale dall’impresa nostra sperabile. Toscana ravvicina e collega alla sua Capitale e al suo Porto una delle sue più fertili, popolose e remote Vallate: il Ducato di Modena viene percorso nella sua maggiore estensione, le sue Provincie di qua dall’Appennino cessano di esser separate da questa barriera dal cuor dello Stato, potendo Massa e Carrara pervenire in poche ore alla Ferrata sul Serchio, e facile essendo a Fivizzano il trovar la stazione di Sillano pel poggio di Tea, o quella del Cerreto dell’Alpi per la via militare; mentre la fertile Garfagnana, e la non men bella montagna di Reggio, possono immediatamente godere dell’impagabile benefizio. Il Lombardo finalmente, il Veneto in particolar modo, e tutto il Nord-Est dell’Europa, cui interessi di guadagnar le coste del Mar tirreno per recarsi o a Roma o a Napoli, o dove il transito per Livorno sia d’apprezzabile brevità ed agevolezza; trova nella Linea nostra (naturale prolungamento del tratto già esistente tra Mantova e Verona, e dell’altro poco fa decretato tra Mantova e Reggio) una economia ragguardevole di tempo e di spesa, offrendo in questo senso un cammino molto più breve che qualunque altra direzione.