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Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/144

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A. 1837 — 136 —

di Belvedere, è ivi accorsa una moltitudine di gente alla quale si è creduto fare distribuzione del danaro da Monsig. Elemosiniere; ma questo non essendo bastato, è convenuto servirsi della forza dei carabinieri di palazzo per dissipare l’attruppamento. Si dice che oggi in diversi forni non si sia trovato il pane ripromesso da 2 baiocchi, per cui il governo pare abbia fissato un bonifico ai fornari di mezzo baiocco a libbra, ossia di scudi tre e venti al rubbio.


GIUGNO


Venerdì 2. — Oggi è uscito altro Editto della Segreteria degli affari di stato interni, il quale annunzia che essendosi appurato non esservi nelle Marche e nelle Legazioni bastante quantità di grano per provvedere ai (supposti) bisogni di Roma fermo rimanendo il permesso d’introduzione del granturco dell’estero, ed il premio per la importazione del grano dalle Legazioni si permette l’introduzione del grano dall’estero senza dazio, e si proibisce qualunque estrazione di tal genere per tutto il mese di Giugno.

Lunedì 5. — Sempre più luttuose sono le nuove di Napoli riguardo al cholera, che va sempre più dilatandosi nella città con mortalità notabilissima, che ascende a circa due terzi degli attaccati, e con molti casi della specie della fulminante.

Venerdì 16. — È accaduto in questi giorni che avendo Torlonia consegnato al maestro di Posta Sebaldi una cassetta sigillata contenente la somma di 10000 scudi in oro (chi dice 11000, ed anche 14000) denunziandone però soli mille per portarla a Civitavecchia, il Postiglione che l’aveva portato sino ai Monteroni, invece di consegnarla all’altro postiglione che gli succedeva credè meglio di andarla a sotterrare nella vicina macchia di Palo. In seguito dì ciò arrestato, dopo qualche ora confessò il suo reato, e condotto sulla faccia del luogo fu ritrovata la cassetta che Torlonia ha ricuperata mancante di due cartoni di cento napoleoni d’oro ciascuno.

Sabato 17. — Le nuove di Napoli sono sempre più funeste riguardo al numero dei casi di cholera ed alla mortalità. Il morbo si è propagato a Benevento, Ponte Corvo, Arpino, Sora ecc. ed anche a Palermo. Ieri l’altro a sera alcuni Por-