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Emanuele I, duca d’Aosta1. Da quel giorno egli si chiuse entro le mura di Roma, ne divenne quasi cittadino, pur serbando il titolo di re di Sardegna, ed il suo nome venne a mescolarsi spesso agli avvenimenti della città. Negli ultimi anni della sua vita fu visitato da ogni sorta di mali; egli, stanco per le grandi emozioni provate, si ritirò a vivere nel noviziato dei Gesuiti a Monte Cavallo, e così il suo nome passò per poco nell’oblio per ritornare di nuovo nella bocca di tutto il popolo di Roma, che aveva veduto ed ammirato da vicino le virtù del vecchio e sfortunato Monarca, il dì della sua morte, avvenuta nel ritiro di Monte Cavallo, nel 6 novembre 1819. I funerali che gli furono celebrati furono solenni, sebbene spogli della pompa regale, e gran popolo accorse ad assistervi. Egli aveva dichiarato la sua volontà di essere sepolto privatamente ed in abito religioso, nella Chiesa dei P. Gesuiti di S. Andrea al Quirinale, e nei funerali celebrati quindi si poterono eseguire soltanto quelle cerimonie che non si opponevano alle sue disposizioni2.
Coerentemente alle stesse disposizioni il regio cadavere nella mattina del 7 venne esposto in un’ampia sala della
- ↑ Vedi a questo proposito il mio articolo «Un funerale, un’abdicazione, un battesimo — Memorie Sabaude in Roma — contenuto nella Rivista d’Italia del Gennaio 1903, fascicolo 1° a pag. 179 e seg.
- ↑ Trascrivo dalla Collezione di Bandi, editti ecc, della Casanatense, novembre 1819 la «Notificazione» emanata dal Card. Vicario Lorenzo Litta in quest’occasione, «Avendo cessato di vivere in Roma questa mattina del 6 del corrente la Maestà del Re Carlo Emanuele di Savoia, e non facendosi luogo agli onori funebri dovuti al suo alto rango, nè alle solenni Esequie nella Cappella Pontificia, attesa la sua Testamentaria Disposizione di essere tumulato privatamente e coll’abito religioso nella chiesa dei Padri Gesuiti di S. Andrea a Monte Cavallo, presso i quali dimorava, la S. di Nostro Signore volendo rendere alla defunta Maestà Sua quelle distinzioni che non si oppongono alle disposizioni della medesima, ordina che a somiglianza di quanto si è fatto nell’occasione della morte di altri sovrani accaduta in Roma, in tutte le Patriarcali, Basiliche, Collegiate e Chiese di quest’alma città, ove trovasi sufficiente numero di Ministri, si celebri nel prossimo venerdì 8 del corrente una messa cantata di requie per l’anima della Maestà Sua. In quelle Chiese poi, nelle quali non trovasi il detto numero di Ministri, si celebri nello stesso giorno una messa bassa, parimenti di requie, dichiarando che per tale effetto tutti gli altari sono privilegiati».