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Egli, dopo la restaurazione del Governo Pontificio, per opera del Congresso di Vienna, iniziò delle trattative diplomatiche per la restituzione dei preziosi Capi d’Arte, ceduti a Napoleone colla pace di Tolentino, e, mercè l’opera illuminata dell’Illustre Canova1 ed il prezioso aiuto morale e materiale prestato dall’Inghilterra,2 questi gloriosi monumenti, nel Gennaio e nel Giugno del 1816 rientrarono in Roma, accompagnati da un numero infinito di artisti di varie nazioni, che erano andati ad incontrarli a molte miglia dalle città. Dopo questo trionfo, il gran Segretario non volle dormire sugli allori, e, comprendendo tutto il fascino di seduzione, che poteva esercitar Roma sul mondo intero, se venissero completati i lavori ideati dai francesi, con vero slancio riprese l’opera interrotta.
Sono frutti di questo glorioso artistico risveglio la Protomoteca del Campidoglio formata coll’Erme che prima ingombravano la bella chiesa del Pantheon, sono frutti di questo, il nuovo braccio del Museo Vaticano, detto Chiaramonti, l’obelisco del Pincio, dimenticato prima nei giardini Vaticani, i restauri del Colosseo, dell’arco di Tito, del foro Romano e Traiano, la piazza del Popolo, e molti altri lavori; ma non è
- ↑ Non poca gloria per questa restituzione spetta meritamente al pubblicista Luigi Angeloni di Frosinone. Egli, già da anni esiliato, trovandosi in Parigi, col suo senno e lume, colle sue amicizie e con l’opera sua indefessa, dette valido aiuto ai Commissari pontifici, e con gli alti suoi reclami ottenne che non poche opere d’arte, a bella posta nascoste, venissero restituite ai nostri Commissari. Il Consalvi in data del 4 Marzo 1816, gli mandava per lettera pubblico attestato di riconocenza a nome del Governo per l’opera sua prestata. Lo ricordo a tutto onore della mia Regione.
- ↑ Nelle famose discussioni, tenute a Parigi, dopo la definitiva caduta di Napoleone, per il trattato di pace, quei che altamente e coraggiosamente sostennero le ragioni della restituzione di tutti i monumenti tolti ai Musei italiani furono il generalissimo Wellington ed i regi ministri Lord Castelreagh e Lord Hamilton. Grandi interessi coalizzati si opponevano ai legittimi desideri degl’Italiani, ma i patrocinatori vinsero ed i monumenti furono restituiti. Né a questo si fermò la munificenza del governo inglese: il Principe reggente d’Inghilterra, sapendo esauste le casse dello Stato pontificio, volle egli stesso fornir la somma necessaria per l’imballaggio ed il Naviglio per il trasporto di mare da Anversa a Civitavecchia.