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Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani I.djvu/74

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questa volta a vederli ammirata1. Il 31 marzo finalmente il Conclave ebbe termine: s’avvicinava il mezzodì di quel giorno ma ancora non si vedeva la solita fumata: una gran folla attendeva sulla piazza del Quirinale e comentava variamente il ritardo; si diceva che la fumata era già avvenuta, ma tuttavia anche sotto una pioggia dirotta si continuò ad aspettare per qualche ora e più. Alfine, dopo le due pomeridiane, mentre la piazza presentava per la moltitudine degli ombrelli un bellissimo colpo d’occhio, comparve la Croce sulla loggia e venne dato al popolo aspettante il fausto annunzio «Habemus pontificem» mentre il forte di Castel S. Angelo sparava a festa.

L’E.mo Castiglioni era stato eletto Papa ed aveva assunto il nome di Pio VIII.


La nuova piazza del Popolo.


All’ansioso pellegrino, che per la prima volta entrava in Roma cento anni or sono per Porta del Popolo, non era certo riserbata una molto bella impressione: aveva sognato un ingresso meraviglioso, grande, invece gli si parava davanti nel suo aspetto misero e malinconico: si stendeva a ponente un mezzo lurido quartiere militare e dietro questo un numero grande di casupole vergognose; a levante, dalla Chiesa di S. Maria al Babuino, una lunga muraglia chiudente la vigna degli Agostiniani, arrampicata sul Pincio; in mezzo l’inornato obelisco, opera di Sisto V. con innanzi una vecchia ottangolare fontana. Al genio dell’architetto Giuseppe Valadier spetta quasi tutto l’onore della gloria imperitura della attuale piazza del Popolo; questi, già sin dai tempi di Pio VI, aveva manifestato le sue idee grandiose per la sistemazione della piazza suddetta, ma il suo progetto, per le sopravvenute vicende politiche, fu posto a dormire. Quando però nel 1810 il Governo francese, da poco inaugurato in Roma, fece manifestamente intendere che voleva

  1. Confr. Diario di Roma — Febbraio 1829 e Silvagni vol. 3° p. 285 e seg.