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fare grandi spese per gli abbellimenti della città, egli tornò ad esporre le sue idee. Da principio non ebbe ascolto, ma poi, colla sua ferrea costanza, vinse ed i lavori, che dovevano decorare Roma d’una splendida piazza e d’una ammirabile passeggiata, furono cominciati e proseguiti con alacrità. Alla caduta di Napoleone restarono interrotti, ma presto essi vennero ripresi e compiuti per le calde istanze che ne fece l’architetto al Consalvi. Già, prima che venisse a morte il pontefice Pio VII, la passeggiata del Pincio era terminata e la piazza mostrava il suo bel contorno con gli edifizi a bella posta disegnati, Leone XII poi, succeduto a Pio VII, ne compi l’ornamento con le fontane e con le statue, e così i due vasti semicerchi, d’oriente e d’occidente, e lo stesso obelisco vennero vagamente decorati con statue allegoriche e tutta la piazza rallegrata dallo scrosciar dell’acqua delle fontane. Nel nostro Diario, dal 1822 al 30, ricorre tutta una serie di notizie riferentisi a questi lavori; l’autore ricorda tutti i minimi fatti, tutte le inaugiirsizioni delle fontane e delle statue, che l’adornano, ma non credo opportuno seguirlo in questa via mi piace piuttosto chiudere riferendo due curiosità aneddotiche, strettamente connesse al nome di questa piazza, prima che scompaia del tutto quella generazione che ne serba un’eco lontana.
Nella notte di ciascun giovedì, era costume introdurre in Roma per porta del Popolo le cosidette capate delle vaccine per poi condurle sciolte nei macelli, che sino al 1825 erano entro la città; a poco a poco s’introdusse l’uso di andar molta gente a Piazza del Popolo a veder entrare le suddette capate e di accompagnarle poi con le carrozze ed altri legni, spavenlando e mettendo spesso in fuga per questo corteggio le povere bestie. I conduttori reclamavano fortemente, ma Roma voleva divertirsi e si divertiva. Nella notte del 6 settembre 1822 il Governo mandò colà molta forza di cavalleria e fanteria per impedire la gazzarra, ma questa non venne sradicata del tutto se non quando finalmente fu inaugurato il mattatoio pubblico, fuori di Porta del Popolo stessa, con gran dispiacere del volgo che si divertiva molto a questi spettacoli. Il Belli lamenta con la