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Pagina:Diario del principe Agostino Chigi Albani II.djvu/104

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A. 1850 — 104 —

corriere di Napoli, seguito vicino a Velletri per parte di alcuni, che avevano l’apparenza di grassatori; ma che ebbero premura d’impadronirsi di tutta la corrispondenza ufficiale, che il corriere recava e che non si è più ritrovata. V’è chi dice che gli prendessero anche denari; ma non è ben certo.

Sabato 26. — Questa mattina era stato affisso un invito per un ballo simile a quello di Sabato scorso; ma è stato staccato dalla Polizia, e qualcuno aggiunge che sia stato anche cercato lo stampatore. Oggi l’estrazione del Lotto si è fatta dalla loggia del palazzo Madama ove va a trasportarsi il Ministero delle Finanze.

Domenica 27. — Questa mattina un giudice ed un attuario sono venuti a ricevere la mia deposizione sul violento abbassamento dell’Arme Imperiale di Austria seguìto nel Marzo 1848.


FEBBRAIO


Lunedì 4. — Oggi è cominciato il Carnevale. In seguito ad alcuni affissi minacciosi per chi vi avesse preso parte, affissi in questi giorni, nessuna carrozza è comparsa per il Corso, che è stato guarnito da poca truppa nostra dì fanteria e di dragoni. Una banda francese ha suonato in Piazza Colonna.

Martedì 5. — Oggi si è vista qualche molto rara carrozza per il Corso ed alcune carrettelle con gente del popolo in abiti da maschera, che avevano tutta l’aria di esserci venuti per ordine. — È affisso al pubblico un invito del principe Torlonia all’acquisto dei tre suoi teatri, Tordinona, Alibert ed Argentina colle case annesse.

Venerdì 8. — Questa sera nella società solita del Venerdì in Casa Doria, era esposto il Centauro (ossia il torso del Centauro con la testa intatta, ma senza le braccia e senza il corpo del cavallo, che ne deve formare la parte inferiore) di rosso antico, di molto bella scultura e di dimensioni uguali a quelli di Campidoglio, ritrovato dal Principe poco fa in uno scavo accidentale nella sua villa ad Albano.

Sabato 9. — Il corso è stato forse un poco meno dì Giovedì, ma le persone in abito di maschera forse in numero maggiore. Al momento del secondo sparo una granata di vetro