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A. 1849 | — 96 — |
Giovedì 2. — La Commissione governativa di Stato ha nominato come suoi coadiutori i Monsignori Mertel e Bartoli, il Principe di Palestrina e l’avv. Vannutelli.
Venerdì 3. — Questa mattina con una Notificazione della Commissione governativa di Stato si è annunziato che tutti i boni oltre la serie O emessi dal Governo Repubblicano, sono riconosciuti e garantiti al saggio del 65 per cento. L’annunzio non ha prodotto molta sodisfazione nel pubblico1. Con altra Notificazione si prescrive che tutti gli impiegati nominati dopo il 15 Novembre prossimo passato, si intendono dimessi; quelli tra gli antichi, che, per non prestare la loro adesione al Governo Repubblicano, avevano rinunziato l’impiego, tornano al loro posto; quelli che erano restati, prestando l’adesione, vi rimangono provvisoriamente, sinchè una Commissione di Censura non abbia esaminato la loro condotta. Questa sera numerose pattuglie hanno percorsa la città; in alcuni luoghi, come in Piazza Venezia ed a Monte Cavallo, vi erano dei cannoni2.
Lunedì 6. — Una Notificazione della Commissione Governativa prescrive che la moneta erosa della Repubblica per lo spazio di 30 giorni abbia corso coattivo nella sua integrit, dopo il qual termine sarà fuori corso. Le Casse pubbliche la riceveranno o in pagamento d’imposta, o cambiate con altri valori correnti.
Mercoledì 8. — Questa mattina si è manifestato un incendio forte al Collegio Romano, ove è alloggiata molta truppa francese; il danno è considerabile. — Il nostro Giornale di oggi annunzia le seguenti nomine di Ministri: all’Interno e Polizia Mons. Savelli, alla Grazia e Giustizia l’avv. Giansanti, alle Finanze, come pro-Ministro, il Sig. Angelo Galli. Mons. Amici è nominato Commissario delle Marche in luogo di Mons. Savelli.
- ↑ La poca sodisfazione del pubblico non è poi del tutto ingiustificata, davanti ad un atto del Governo che lo spoglia così poco piacevolmente. Si vegga l’intera Notificazione in Giornale di Roma - 3 Agosto 1849.
- ↑ Il Governo del Papa, nel breve volgere di mezzo secolo, ritornava in Roma dopo la terza fuga vergognosa, ma gli esilii nulla gli avevano insegnato; vecchio impenitente ritornava più cieco che mai negli errori di prima.