Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/37

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1849 19

Il Governo spedi all’istante, fuori di tutte le porte, ad inseguire la frazione fuggitiva dei cacciatori sbandati dai dragoni, come si accennò nel foglio del 20.

Nove carrozze con civici, carabinieri, borghesi, si diressero per la via di Tivoli.

Colà giunti, seppero che i disertori erano passati, da circa tre ore, innanzi, dirigendosi per la strada di Subiaco.

Proseguirono il viaggio senza interruzione, ed alla spiaggia sotto Arsoli li arrivarono, che erano circa le 12 meridiane.

Intimato loro di arrendersi e cedere le armi, senza resistenza si arresero, ed i nostri s’impadronirono dei 21 militi disertori che, bene assicurati, condussero in Roma nella mattina del 21 corrente, e alle ore 10 antimeridiane.

Ieri mattina (21) il Forte S. Angelo, con colpi di cannone, e le pubbliche campane col suono a festa, annunziarono la solenne giornata che correva destinata alla elezione per l’Assemblea Costituente.

La Civica fu chiamata tutta sotto le armi, ed il novello generale della Civica (Ferrari), eletto in seguito della rinunzia emessa dal Duca Cesarini (che è fuggito a Gaeta), visitò tutti i quartieri e diresse parole di encomio e lusinghiere.

In varie piazze di Roma, tra le quali a Monte Citorio e dentro al palazzo Colonna, vi erano deputati con diversi tavolini, dove si dispensavano le schede in bianco, previa registrazione del nome dell’elettore.

In ossequio alla verità, non deve tacersi che i candidati venivano da essi stessi progettati ed a tal uopo tenevano centinaia di schede già fatte.