Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/39

Da Wikisource.

1849 21

Ieri sera, alle 8 pomeridiane, fu recata con pompa militare al Campidoglio l’urna colle schede.


23. — Ieri sera si chiuse la votazione per l’Assemblea Costituente dello Stato con altra festa militare, e le urne furono depositate a Campidoglio per quindi farne lo spoglio.

Il numero dei votanti al certo sarà forte, mentre ieri specialmente la folla è stata sempre crescente.

Molti notabili e primarii impiegati del Governo si astennero dal votare.

Costoro ora sono agitatissimi.

Dove si distribuivano le schede vi era il seguente scritto:


«Elettori!

» 22 Gennaio. — Chi ama la sovranità del popolo ha lo stretto obbligo di correre a dare il suo voto. Il solo cittadino che ha macchie infamanti non può avvicinarsi alle urne.

» Se voi non correte a soddisfare questo sacro dovere, è segno che non avete a cuore nè onore, nè patria.

» Accorrete! — Viva l’Italia!»


23. — Notizie venute da Rieti assicurano che colà il vescovo fu il primo a dare la scheda.

Il Ministro de’ lavori pubblici, approssimandosi il giubileo, ordinò a tutte le chiese di fare dei ristauri, anche all’oggetto di dar lavoro alla classe indigente.