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tumultuariamente, produssero i soliti inconvenienti di confusione, apprensione, ecc.

Vi fu qualche persona svenuta, fra le quali monsignor Borromeo e una signora.

I soliti direttori delle dimostrazioni papaline promossero applausi al S. Padre, arazzi alle finestre.

A proposito del Crocifisso di Campo Vaccino, portato a S. Carlo al Corso, chiesa nazionale dei Milanesi, sotto la dominazione di Vittorio Emanuele, Pasquino disse che anche il Redentore supremo aveva aderito al Piemonte ed il Papa promosso e sanzionato l’atto di annessione solennemente.

Alla chiesa di S. Giuseppe dei falegnami, detta di Campo Vaccino, dove era il Crocifisso, fu trovato scritto: Est locanda, ossia da appigionarsi.

Ai 28 il nuovo ambasciatore d’Austria, barone De Bach, si recò dal Papa in forma pubblica, a presentare le sue credenziali. Il corteggio era splendidissimo, numeroso di carrozze e di famigliari a piedi, vestiti di ricche livree.

Per istrada però furono sorpresi da dirotta pioggia con grandine, che recò molto danno alle stoffe.

Naturalmente, al seguito vi era anche Pasquino, il quale, alludendo alla figura pingue dell’ambasciatore, riferì a Marforio di essere intervenuto al trionfo di Bacco.

Girano per Roma polizze stampate di soscrizione per l’offerta di fucili al generale Garibaldi.

II celebre P. Curci, gesuita, negli esercizi dati nella settimana santa a varie classi di studenti, sostenne la tesi che per essere buon cattolico bisognava essere ignoranti.