Pagina:Diario di Nicola Roncalli.djvu/53

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 1849  35

19. — Nella tornata dei 18 (Domenica) il Ministro degli affari esteri diede lettura di una protesta di Pio IX, fatta al Corpo diplomatico, datata da Gaeta, 14 corrente, contro lo stabilimento della Repubblica Romana. In essa si rimprovera la ingiustizia, l’ingratitudine, la stoltezza ed empietà con che si contennero i sudditi, e protesta e dichiara la nullità di tali atti sanzionati da una fazione di traviati. Chiede, infine, sussidio ai Governi perchè siano mantenuti i sacri diritti della S. Sede.

Tale lettura fu dal popolo interrotta con parole di disapprovazione e commenti, ed infine suggellata con un generale ed unanime grido, unitamente all’Assemblea, di «Viva la Repubblica!»

Si decretò che tale protesta fosse inserita nel Monitore di domani, per comprovare qual peso si fosse dato alla medesima favorendone la pubblicità.

Quindi si decretò che tutti i cavalli, appartenenti ai così detti Sacri Palazzi Apostolici, e quelli delle Guardie Nobili, sieno requisiti per uso delle batterie indigene di artiglieria.

La Repubblica poi provvederà a tutto il necessario per il conveniente servizio del Papa, per l’esercizio della sua autorità spirituale.

Il Ministero propose d’inviare commissarii per le provincie, con tutte le facoltà opportune per riorganizzare i dicasteri, e rimuovere quegli impiegati che credessero necessario nota.


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  1. Questa disposizione, che il Monitore Romano del 20 diceva emanata dall’Assemblea Costituente, in quello del 22 fu dichiarata opera del Comitato esecutivo, in seguito delle proprie facoltà.