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pelli di 30, 40 e 60 volontari romani proseguono segretamente ad ingrossare le loro fila.
La fisonomia dei liberali è grave, ma fidente nei loro destini, quella del Governo torbida e scoraggiata.
Intanto, a denotarsi qual sia l’ardore bellicoso degli zuavi, basterà significare che i medesimi, al sentir gli spari della notte dagli 8 al 9 corrente, sognando sempre rivoluzioni, (che essi stessi avrebbero in animo di suscitare in varii quartieri e specialmente in quello esistente dentro Castel Sant’Angelo) postisi tutti sotto le armi, ad ogni costo, volevano uscire per la città ed abbattere e sterminare i faziosi. Gli uffiziali di guardia ed il castellano dovettero penar molto per contenerli.
Intanto, sta nel limite del vero, che, tra le misure propostesi dal ministro delle armi, dal generale Zappi e dalla Polizia, per garantire la pubblica tranquillità, durante i miserabili otto giorni di carnevale, fu proposta quella di situare due mezze batterie, una sulla piazza del Popolo e l’altra a piazza Colonna, di non tenere sparpagliate le truppe per il Corso, ma, come in addietro, concentrarne parte nelle principali piazze della città e tutte le altre consegnate nei quartieri. Le artiglierie di Castel Sant’Angelo dovevano star pronte, i dragoni e gendarmi coi cavalli insellati.
Certo, che lo spettacolo sarebbe stato nuovo ed imponente ed il carnevale, convertito così in un campo di battaglia, avrebbe avuto a sua disposizione, invece di confetti e fiori, palle e baionette.
Qualcuno, influente presso il Governo, nella sua prudenza, cercò di fare modificare tutte queste di-